Servizio Civile, in Sudafrica per dare un calcio al razzismo

Una vittoria sportiva ha la capacità di unire un Paese e di sotterrare le differenze sociali, etniche, culturali ed economiche. Questo principio è valido per ogni Nazione, ma per il Sudafrica ancor di più. Nel 1995, con la caduta dell’apartheid, con Nelson Mandela primo Presidente non bianco e con il mondiale di rugby vinto dagli Springboks, squadra simbolo dell’orgoglio afrikaner e per questo detestata dai neri, le diverse crepe presenti nel tessuto sociale dello Stato africano furono quantomeno coperte. Lo sport, in questo caso specifico una palla ovale, 15 uomini impegnati ad andare in meta e milioni di tifosi intenti a spingere con la voce le loro “antilopi” verso la vittoria, ha avuto il potere di restituire dignità ad una Nazione, di rafforzare l’orgoglio nazionale e di riavvicinare le persone. Un trionfo sportivo, pertanto, ha generato valore e permesso alle persone di riscoprire valori come l’inclusione e l’integrazione.

 

A distanza di 24 anni, però, il Sudafrica è alle prese con le sue incongruenze e disuguaglianze. Ma lo sport rappresenta sempre uno strumento potente per migliorare la società. OPES lo sa bene ed ha avviato un progetto di Servizio Civile a Città del Capo, la stessa città dove iniziò la vittoriosa cavalcata degli Springboks nel Mondiale di rugby del 1995. 3 ragazzi (Simone, Enrico e Franco) ed 1 ragazza (Debora), accompagnati dalla Responsabile del Dipartimento Servizio Civile di OPES, Milka Di Nunzio, sono partiti alla volta della metropoli che sorge in quel punto dove l’Oceano Atlantico ed il Pacifico si toccano e si mescolano. Per i prossimi 10 mesi rimarranno sul suolo sudafricano per portare avanti il programma di un “Un calcio al razzismo”, raggiungendo tutti gli obiettivi prefissati. “L’Organizzazione Per l’Educazione allo Sport – come affermato da tutto il Dipartimento di Servizio Civile – crede moltissimo in questo progetto che ha come partner un’istituzione di Cape Town: la University of Western Cape, ovvero l’Università pubblica che ha scritto la storia della lotta all’oppressione e alla discriminazione, attestandosi così ad icona del cambiamento storico del Sudafrica. La sfida lanciata dalla nostra iniziativa è propositiva e affascinante. Valori come l’inclusione, l’integrazione, la promozione sociale, il benessere fisico e psichico, l’educazione ed il rispetto possono essere diffusi facilmente nelle società grazie allo sport. Questo è ciò in cui crediamo e questi sono concetti che saranno portati avanti dagli ambasciatori del nostro Ente, i fantastici 4 ragazzi che hanno aderito al bando presentato lo scorso anno. A loro auguriamo un soggiorno ricco di soddisfazioni, non solo personali. Siamo sicuri che questa esperienza lascerà un segno indelebile nella loro crescita umana e professionale. Allo stesso tempo, siamo certi che le azioni che metteranno in atto per raggiungere gli obiettivi del progetto contribuiranno a formare in Sudafrica una società più consapevole”.

 

Ai Volontari del Servizio Civile impegnati in Sudafrica, così come a tutti i loro colleghi che stanno svolgendo un bando di Servizio Civile in Italia o all’estero, auguriamo buon lavoro.

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