Pena alternativa: operativa la convenzione tra OPES e il Tribunale di Frosinone

A Frosinone una scena di Bob and Weave, l’espressione finale del progetto Bulli Free Club, è diventata realtà.

Nel film diretto dal regista Adelmo Togliani, Gabriele, il bullo impersonato dall’attore Simone Casanica, si presenta all’ingresso di una palestra di OPES per prendere servizio ed iniziare un percorso particolare. Il tribunale, infatti, lo ha affidato alla struttura gestita da Laura Poli e Gino, interpretati rispettivamente da Bianca Guaccero ed Alessandro Benvenuti, affinché possa scontare in quel luogo una condanna per lesioni ai danni di un suo coetaneo.

In una delle prime inquadrature, i proprietari riprendono il ragazzo dall’atteggiamento arrogante, indisponente e strafottente con queste battute: “Senti ragazzo, il tribunale ha deciso per te una pena alternativa. Sai perché si chiama così?”. “Perché l’alternativa è il carcere”.

Da queste frasi, che spiegano brevemente la misura della pena alternativa, e dallo svolgere dei lavori all’interno di una struttura sportiva, dove vengono insegnati la disciplina della nobile arte, il sacrificio, la correttezza ed il rispetto, parte il cammino di redenzione e di rieducazione del bullo.

Dall’esempio cinematografico di Bulli Free Club alla realtà: la convenzione tra OPES e il Tribunale di Frosinone

Da qualche mese a questa parte, il fatto raccontato in Bob and Weave non è più solo una fiction. È uscito dallo schermo e dalle piattaforme di distribuzione di contenuti audiovisivi per diventare una sceneggiatura della quotidianità. A Frosinone, infatti, il comitato provinciale di OPES ha sottoscritto una speciale convenzione con il tribunale.

L’intento è quello di permettere ad un condannato di scontare la sua pena, in toto o in parte, svolgendo un servizio all’interno di una associazione o società sportiva dilettantistica affiliata ad OPES.

Pena alternativa al carcere: sono già 3 i condannati che scontano la condanna svolgendo un lavoro all’interno di una ASD o SSD affiliata ad OPES

Siglato nell’ultimo trimestre del 2024, l’accordo è diventato operativo in questi primi mesi del 2025. Tre ragazzi, infatti, stanno già usufruendo della pena alternativa. Il provvedimento del giudice, diverso dalla detenzione in cella, consente loro di rendersi utili alla comunità, di impegnarsi e di svolgere un lavoro.

Pulendo gli spogliatoi, tagliando l’erba di un campo sportivo, mantenendo il decoro di un impianto o di un parco oppure eseguendo qualsiasi altro impiego all’interno di un ambiente sano, come quello sportivo, i tre espiano così la loro pena, vengono rieducati e trovano un modo per inserirsi nuovamente nel tessuto sociale.

“Sport e lavoro: fondamentali per la rieducazione”

Sport e lavoro – come ha sottolineato il Guardasigilli Carlo Nordio, in occasione della presentazione del progetto Sport per Tutti – Carceri, un’iniziativa che vede il coinvolgimento altresì dei Ministero dello Sport e di Giustizia e di Sport e Salute – sono fondamentali per l’obiettivo costituzionale della rieducazione”.

Con la convenzione sulla pena alternativa, siglata a Frosinone ma replicabile ed attuabile su tutto il territorio nazionale, e pure attraverso altre iniziative sportive, sociali e di volontariato, come partite di calcio della solidarietà (il prossimo 5 aprile, presso la Casa Circondariale di Frosinone, si svolgerà il Torneo di Calcio “Anche libero va bene”) o progetti di Servizio Civile Universale in Italia e all’estero (Oltre le sbarre – Buenos Aires), OPES si impegna a dare seguito alle parole del Ministro e ad attuare i principi dell’articolo 27 della Costituzione.

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