Oltre i podi, le medaglie e le soddisfazioni personali. Per l’Istedda SUP School – Ducati Athletic, associazione sportiva affiliata al comitato regionale di OPES Sardegna, l’esperienza al Campionato italiano SUP Race può essere definita da un solo aggettivo: meravigliosa, tanto dal punto di vista sportivo quanto dal lato umano.
Un’esperienza meravigliosa, con risultati straordinari per l’Istedda
Ad Ostia, in occasione della sesta tappa della massima manifestazione nazionale, gli atleti sardi sono andati oltre ogni più rosea aspettativa. Nonostante fossero numericamente inferiori a tante altre realtà iscritte, e privi di due punte di diamante, sono riusciti a concludere la competizione a squadre al quarto posto assoluto. Grazie ai 25.389 punti conquistati dai suoi tesserati, l’Istedda si è lasciata alle spalle ben 22 compagini.
A dir poco straordinari sono stati: Massimo Giglione, che nella categoria veteran ha chiuso al primo posto, lasciandosi alle spalle atleti più giovani ed il compagno di squadra Antonio Battista Scanu (4° classificato nei veteran); Francesco Usai, Ivano Codella e Barbara Puddu, tutti e tre terzi nelle rispettive specialità (kahuna uomini, gran kahuna uomini e gran master donne); Simona Atzori, che ha chiuso la Kahuna femminile al terzo posto; ed, infine, Alessandra Corona, che nella categoria senior ha ottenuto un importantissimo secondo posto.
Da segnalare anche le ottime prove di Salvatore Boi (5° nella gran veteran maschile), Enrico Penini (7° nella gran master uomini), Barbara Puddu (5ª nella gran master donne) e Santoro Quirico (5° nella kahuna uomini). Le loro performance hanno permesso all’Istedda di scalare posizioni e di issarsi al quarto posto della classifica generale riservata ai team.
Il commento dei ragazzi dell’Istedda
Di seguito il commento finale del sodalizio sardo di SUP, affiliato al Comitato regionale presieduto da Enrico Mercurelli.
“Lo sport unisce, racconta storie di vita, spesso fornisce da esempio e coinvolge le persone. La nostra storia ha veramente dell’incredibile. In un’epoca di contrasti si sta perdendo il vero sentimento di unione. Eppure, ancora esistono racconti di grande bellezza ed esperienze che, quando vissute, restano tutta la vita scritte in modo indelebile non solo negli annali dello sport, ma soprattutto nel cuore e nella mente di chi le ha vissute e condivise.
Una marcia iniziata e continuata con immensa umiltà, mutuo supporto, assestamenti, aggiustamenti, collaborazioni, momenti di sofferenza e sconforto, gioie e sorrisi che ci hanno formato. Un modo di fare che ha creato sempre maggiori attenzioni in un circus nazionale fatto di grandi atleti che rappresentano le prime 4 forze mondiali in questa disciplina ed in ‘competizione’ con campioni di livello mondiale! Sia il progetto Ducati Athletic che la seguente certificazione di SicMaui, come team ufficiale nazionale, sono stati dei riconoscimenti che potevamo inizialmente solo sognare.
Il campionato, con categorie accese e bellissime, ha reso emozionante ogni tappa. Non sono mancati i momenti difficili, ma abbiamo combattuto con tutto quello che avevamo pur nei limiti del tempo e delle risorse disponibili, senza perdere mai lo spirito del divertimento rispetto all’agonismo!
Questo ci ha permesso di vivere al meglio questa annata molto complessa e impegnativa! I risultati? Per noi e la nostra Sardegna, diremmo eccezionali! Per la nostra Società sportiva, commoventi al punto da strappare qualche lacrima di gioia dietro gli occhiali da sole rigorosamente specchiati! Lavorare in unione è il modo di esaltare i singoli.
Ogni atleta (a fine campionato ben 10) ha contribuito in modo determinante a questo risultato! La determinazione e l’apprezzarci nelle differenze ha dato sfogo all’energia che ogni atleta aveva nel suo animo e non solo nel gesto sportivo. Un riconoscimento gratifica, ma non darà mai la gioia dei ricordi che solo l’esperienza insieme può trasmettere!
Il finale ci ha messo alla prova con tante incertezze e l’altra gioia è stato vedere il gruppo delle nuove ragazze, alla prima esperienza, chiudere con determinazione tutte e due le prove. Solo in pochi possono comprendere cosa vi è dietro il lavoro, sia in ambito tecnico che psicologico. La tensione e lo stress della prima volta deve essere trasformato in determinazione e serve sempre molta preparazione. Ecco i risultati!”.