I Mondiali di calcio, come narra Federico Buffa, lo storyteller capace di ipnotizzare con il suo linguaggio i telespettatori, scandiscono i tempi della nostra vita. Il 2018, purtroppo, verrà ricordato come l’anno zero del calcio italiano. La sconfitta maturata contro la Svezia agli spareggi per accedere alla manifestazione russa hanno decretato e certificato tutti i mali del movimento calcistico nostrano. Da quella drammatica notte di Milano sono trascorsi sette mesi e nel nostro Paese ci si concentra maggiormente sulla pioggia di euro che dovrebbe arrivare dalla vendita dei diritti televisivi, piuttosto che sui programmi che potrebbero rilanciarci ai vertici delle classifiche mondiali.
L’unico progetto serio fino ad ora, capace di portare anche dei risultati tangibili e documentabili, è “Futsal in Soccer”. Lanciato ed avviato quasi un anno fa da Andrea Montemurro, Presidente della Divisione Calcio a 5 della Lega Nazionale Dilettanti, “Futsal in Soccer” si propone di creare una sinergia tra i club professionistici di calcio a 11 ed il futsal, con l’obiettivo di favorire la crescita del giovane calciatore dal punto di vista tecnico e non solo. In poche parole, il calcio a 5 è funzionale al calcio a 11 e può aiutarlo a ritornare agli antichi e gloriosi fasti. E’ ormai assodato che quello sport, nato sui campi da tennis di Roma quasi per caso, permette all’atleta di sviluppare un’ottima tecnica di base e di pensare in fretta. Le dimensioni ridotte del campo incidono sui tempi di reazione ed inducono il giocatore a pensare velocemente, ad intuire i movimenti dei compagni e degli avversari e a percepire lo spazio circostante in una frazione di secondo. Tutte queste qualità, unite alla tecnica di controllo della palla, possono fare la differenza e risultare vincenti. Non è un caso se alcuni dei più grandi calciatori del Pianeta, basti citare Ronaldinho, Neymar, Ronaldo ed Iniesta, abbiano iniziato il loro percorso sportivo e di fenomeni del “futbol” proprio con il calcio a 5. Il progetto “Futsal in Soccer”, oltre ad entrare nelle scuole, è riuscito a trovare terreno fertile in diverse squadre di Serie A, B e C. Dalla Robur Siena al Milan, sono dieci i club professionistici che, intravedendo gli aspetti positivi dell’iniziativa lanciata dal Presidente Montemurro, hanno aderito con convinzione e con cognizione di causa.
“Il calcio a 5 è propedeutico per il calcio a 11. Vogliamo sviluppare ancora più istruttori per far fronte alla domanda dei club professionistici. Ci siamo fermati a 10, perché abbiamo saturato la nostra possibilità di inviare tecnici in giro per l’Italia. La speranza è che nella prossima stagione si possa continuare così, aumentando il numero di società aderenti. Il feedback è incredibilmente positivo. I ragazzi che lavorano nella doppia disciplina, che quindi svolgono calcio e calcio a 5, danno dei risultati in termini tecnici nel breve tempo molto maggiori rispetto ai ragazzi che praticano soltanto il calcio a 11”. Con queste parole, lo scorso 20 aprile 2018, in occasione della cerimonia della IV edizione del Premio Città di Roma, il Presidente Montemurro aveva sintetizzato la prima fase di sperimentazione del Progetto “Futsal in Soccer”. Per fare crescere il movimento calcistico nazionale e per ritornare ad occupare le posizioni di vertice che ci competono è necessario credere in quest’idea.