Sono i giorni dell’emergenza sanitaria, di numeri negativi che non ci fanno vedere ancora la fine del tunnel e di un’Italia che, come sempre accade nei momenti di difficoltà, si compatta sventolando una bandiera tricolore o mostrando un arcobaleno pieno di speranza e positività grazie alla frase “andrà tutto bene”. In questa fase di strenua resistenza e di lotta il Governo è impegnato anche su un altro fronte. Per sollevare un’economia in ginocchio, il Consiglio dei Ministri ha varato una manovra senza precedenti, contenente misure speciali. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, accompagnato dai Ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e del Lavoro Nunzia Catalfo, ha presentato il DPCM denominato “cura Italia”. Il piano da 25 miliardi di euro, una “manovra economica poderosa” come l’ha definita il Premier, destina 3,5 miliardi al Sistema sanitario, 10 miliardi per il sostegno all’occupazione, la difesa del lavoro e del reddito, 1,3 miliardi per il Fondo di integrazione salariale e 3,3 miliardi per la cassa integrazione in deroga. Il Ministro dell’Economia, inoltre, ha confermato che nel Decreto è presente la copertura di “tutti i lavoratori autonomi, stagionali e di altre forme con un assegno da 600 euro per il mese di marzo”.
Sempre Gualtieri, alla fine del suo intervento in conferenza stampa per illustrare il piano da 25 miliardi di euro, ha ribadito che ad aprile verrà scritto un secondo provvedimento, in modo da “poter rafforzare ulteriormente gli interventi di sostegno all’economia e al lavoro straordinario che tutti gli italiani stanno svolgendo in questo momento”.
Nella filiera produttiva della nazione che riceverà aiuti non può rimanere escluso lo sport, un comparto che da solo vale l’1,7% del PIL, ovvero 30 miliardi di euro che diventano 60 se si considera tutto l’indotto. Il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a Valerio Piccioni della Gazzetta dello Sport, ha dichiarato di avere a cuore il destino di quasi centomila società dilettantistiche che vivono di piccoli introiti e che devono fare i conti con i pagamenti degli affitti e con tante altre spese che si riflettono sui bilanci. “Intanto cominceremo a utilizzare ciò che già abbiamo. – aveva illustrato il Ministro dello Sport – C’è un fondo specifico di 10 milioni per le società sportive dilettantistiche e di 15 per la promozione sportiva. In più potremo mettere a disposizione una parte dei fondi dell’impiantistica che arrivano quest’anno a 200 milioni. Ma c’è necessità di avere un quadro complessivo”. Per evitare il fallimento di molte imprese del settore sportivo, Spadafora aveva aggiunto che il Governo stava valutando la sospensione delle bollette e dei canoni per i concessionari degli impianti pubblici, così come per i mutui, anche se qui bisogna scindere tra quelli concessi dall’Istituto per il Credito Sportivo da quelli delle altre banche.
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