Per rispondere all’emergenza sanitaria e ai danni economici causati dal COVID-19, il Consiglio dei Ministri ha varato il Decreto “Cura Italia”. Una manovra poderosa da 25 miliardi di euro per rispondere alla crisi e per sostenere un sistema economico in difficoltà. Oltre a destinare miliardi di euro alla sanità, alla Protezione Civile e al lavoro, il DPCM del 16 marzo interessa anche il mondo dello sport ed il suo comparto che produce l’1,7% del PIL nazionale.
Il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, a margine della conferenza, ha diramato una nota stampa per illustrare i principali interventi. Il primo punto riguarda la tutela universale dei lavoratori. Come per gli altri settori dell’economia, è prevista la cassa integrazione in deroga per i lavoratori dipendenti e l’indennità per autonomi e collaboratori. L’indennizzo una tantum di 600,00 € riguarda persino chi lavora all’interno delle società sportive, delle associazioni dilettantistiche e degli Enti di Promozione Sportiva e tutti coloro che restano sotto la soglia dei 10.000 euro annuali.
Il secondo provvedimento, invece, pone l’accento sulla sospensione, fino al 31 maggio 2020, dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria. I soggetti interessati sono le associazioni e le società sportive, sia quelle professionistiche sia quelle dilettantistiche, gli Enti di Promozione Sportiva e pure tutti quei “player” che gestiscono stadi, impianti sportivi, palestre, club e strutture per danza, fitness e culturismo, centri sportivi, piscine e centri natatori. Nella nota stampa, però, si legge che “i versamenti sospesi ai sensi del periodo precedente sono effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020 o mediante rateizzazione fino ad un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di giugno 2020”.
Nella terza ed ultima disposizione si fa riferimento alla sospensione dei canoni. Il Governo consente alle associazioni e alle società sportive, di qualsiasi natura, di interrompere fino al 31 maggio 2020 i pagamenti dei canoni di locazione e concessori relativi all’affidamento di impianti sportivi pubblici dello Stato e degli Enti territoriali. Come stabilito dalle direttive ministeriali nel caso delle piccole e medie imprese, anche per lo sport vale il riconoscimento di un credito d’imposta per tutte le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro. Infine, nel “Cura Italia” è prevista una misura che consente ai Comuni beneficiari dei finanziamenti per il piano “Sport e Periferie” di aumentare la quota di anticipazione dal 10% al 20%.
Archiviato il primo capitolo, dovremo attendere il DPCM di aprile per conoscere le nuove misure che serviranno a rilanciare le attività sportive a tutti i livelli. In quest’ottica un passaggio importante avverrà entro le prossime due settimane, quando sarà convocata una giunta straordinaria del CONI e del CIP per studiare ulteriori azioni da mettere in campo.