Emergenza COVID-19, OPES pronta a rappresentare le Associazioni con una serie di istanze

La giunta nazionale di OPES, convocata d’urgenza lo scorso 11 marzo con l’obiettivo di affrontare i danni arrecati al mondo dello sport e dell’associazionismo da parte dell’emergenza epidemiologica, ha valutato di condividere con gli associati e con le Istituzioni preposte alcune considerazioni e proposte.

Alla luce del fatto che l’economia nazionale è ormai al collasso – dalle società sportive alle associazioni del Terzo Settore, passando per il commercio, il turismo, le professioni, il sistema produttivo e l’export – ci teniamo a sottolineare che la nostra prima riflessione è rivolta al tema centrale del rapporto con le Istituzioni europee e sovranazionali.  

Il paradigma politico-economico che negli ultimi anni ha sorretto a stento l’Italia va superato. È ormai evidente, infatti, che questa crisi, almeno da un punto di vista economico, non si risolverà nei prossimi giorni, né tantomeno con la semplice riapertura delle scuole, delle attività commerciali e dei centri sportivi. La ripresa delle competizioni agonistiche e delle attività ordinarie, quando avverrà, potrà certo restituire l’illusione della normalità, ma sappiamo bene che per tutte le attività coinvolte ci sarà bisogno di tempo, molto tempo, per riuscire a tornare ai regimi di produttività precedenti e, con ogni probabilità, alcune purtroppo non ce la faranno. 

  

Per tutelare questo patrimonio umano di inestimabile valore, riteniamo importante valutare i bisogni del mondo dello sport non come rivendicazioni para-sindacali, bensì come parte integrante del Sistema Paese e di farlo senza distinzioni tra differenti discipline o livelli di attività. Un solo sport, quindi, come organo fondamentale del corpo economico. 

Ecco perché, per rispondere alla gradita sollecitazione ricevuta dal Presidente Malagò, riteniamo importante che il Comitato Olimpico Nazionale unisca la sua voce, in rappresentanza delle donne e degli uomini dello sport, e sostenga chi già oggi chiede il superamento di alcune regole dell’Unione Europea: superamento del rapporto 3% deficit/PIL, possibilità di sostenere investimenti in deficit e l’immissione di nuova ed importante liquidità nelle casse italiane.

Sostenere queste posizioni significherebbe, di fatto, inserire la voce dello sport tra i bisogni del Paese oltre che dei propri. Vincere questa battaglia darebbe la possibilità di attingere ad un quantitativo di risorse molto più elevato di quanto non sarebbe mai possibile altrimenti.  

Aumentare quindi le risorse disponibili ad affrontare la crisi per dare allo sport, tutto, la dignità che merita e la spinta di cui avrà bisogno. 

In rappresentanza delle nostre Associazioni, invece, chiediamo che vengano accolte e valutate le seguenti istanze:

  • sospensione immediata dei costi di convenzione per gli impianti pubblici;
  • rimborsi per le locazioni dei gestori di impianti sportivi privati;
  • ricalcolo dell’IMU per i proprietari di immobili ad uso sportivo;
  • sospensione di F24, contributi IVA, tasse e bollette di luce acqua e gas;
  • sospensione immediata di mutui, leasing e finanziamenti anche in ambito sportivo;
  • congedo parentale per dipendenti con figli a carico;
  • cassa integrazione straordinaria e presa in carico dei collaboratori sportivi da parte dell’INPS;
  • rimborso di 35,00 €/giorno per le partite IVA in ambito sportivo;
  • istituzione di un fondo di garanzia presso l’Istituto per il Credito Sportivo, in modo da favorire l’accesso al credito per tutte le imprese sportive che ne avranno bisogno e, al tempo stesso, sostenere il periodo di riavvio e di ammortamento dei costi differiti.

Infine, anche il nostro Ente vuole giocare la sua partita. Per questo motivo, abbiamo valutato la possibilità di allungare il periodo di tesseramento e di affiliazione in maniera proporzionata ai periodi di chiusura imposti dai Decreti sulla base di un’attenta analisi che ci verrà fornita dai nostri referenti territoriali. A tal fine abbiamo avviato un tavolo con la compagnia assicurativa, affinché tenga conto delle sopravvenute necessità.

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