Stupitevi pure. Strabuzzate gli occhi per l’oro di Simona Quadarella negli 800 metri stile libero. Meravigliatevi del riferimento cronometrico e del nuovo record italiano sulla distanza. Noi, invece, non siamo sorpresi più di tanto. Abbiamo visto gli allenamenti della ragazza di Ottavia, abbiamo ammirato i suoi sacrifici e la sua determinazione e, parlando con lei in più di un’occasione, a partire dal mese di aprile quando le è stato conferito il Premio Città di Roma, abbiamo apprezzato la sua determinazione che si mescola alla timidezza. Dottor Jekyll e Mister Hide. Chi la conosce bene l’ha definita così. Simona Quadarella è tanto introversa dinanzi ad un microfono o ad una telecamera, quanto determinata in acqua. I suoi occhi, che fuori dalla vasca raccontano il suo essere una ragazza solare, semplice, tranquilla e sognatrice, quando entrano in camera di chiamata cambiano espressione, trasformando il suo dolce viso in una maschera di concentrazione, convinzione e ferocia sportiva. Sabato 4 agosto, nella grigia Glasgow, città che ospita i Campionati Europei, la nuotatrice romana ha mandato al mondo intero un altro messaggio della sua classe cristallina, del suo essere Campionessa dedita al lavoro e alla programmazione. Un passo alla volta. Un obiettivo dopo l’altro. Un’avversaria dopo l’altra. Un sogno: agguantare un metallo prezioso alle prossime Olimpiadi di Tokio nel 2020. Con la regola dello step by step, Simona sta costruendo la sua carriera sportiva.
In Scozia ha fermato il cronometro sugli 8 minuti, 16 secondi e 35 centesimi. Questo è il nuovo record italiano. Il precedente riferimento (8’17”21) risaliva al 2009, ad Alessia Filippi, romana come lei. Era un’altra epoca, quella condizionata dai superbody, i costumi che garantivano prestazioni sconvolgenti. Bracciata dopo bracciata, rimanendo sempre lucida, e confidando sulla sua forza, sul suo talento, sul suo cuore e sulla sua grinta, Simona ha scritto una pagina importante nella storia del nuoto azzurro ed ha mandato un bel biglietto da visita all’americana Katie Ledecky, fenomeno indiscusso della specialità visto che può chiudere un 800 in 8’04”79. Come spesso ribadisce e sottolinea la stessa nuotatrice del corpo dei Vigili del Fuoco, ci sarà tempo per pensare alla ventunenne di Washington collezionatrice di ori olimpici e mondiali e di record. La regola dei piccoli passi e della razionalità vale sempre, anche dopo una vittoria con tanto di primato nazionale e di settimo tempo all-time sugli 800 metri.
Simona Quadarella, a dispetto dei suoi 19 anni (ne compirà 20 a dicembre) e di un piccolo dolorino alla spalla che poteva minare le sue certezze, ha interpretato la gara in maniera matura. Non si è fatta trascinare nella bagarre inscenata dalle altre avversarie. Ha seguito il suo ritmo, il suo respiro, il suo passo. Quando ha cambiato marcia è stata semplicemente pazzesca. Metro dopo metro è risalita, si è portata in testa e con una progressione degna del suo talento se ne è andata via per la sua strada, la strada della vittoria. Memore dei consigli del suo allenatore Christian Minotti che le recita sempre il mantra “testa bassa e pedalare”, Simona ha guardato il fondo della vasca, ha lasciato che l’acqua le scivolasse via veloce ed ha alzato la testa solo dopo aver toccato per prima la piastra. Dalla tribuna Minotti, con il cuore in gola e con le pulsazioni alte come se stesse gareggiando, urlava, impartiva ordini e scandiva ritmi, bracciate e tempi come un capovoga, come Peppiniello di Capua con gli Abbagnale. Le sue parole, però, si fermavano nell’ambiente ovattato della corsia, lì dove Simona si stava impegnando per santificare il duro sforzo fatto durante la preparazione. Gli occhi vispi della nuotatrice, dopo il successo e il primato italiano, hanno manifestato la giusta emozione, non si sono lasciati andare ad una lacrima di commozione e si sono focalizzati subito sui prossimi obiettivi, i 1500 e i 400 che rappresentano rispettivamente la sua gara ed una prova che si trova a metà tra la velocità ed il mezzofondo.
Tifare per la nuotatrice di Ottavia, atleta delle Fiamme Rosse e vincitrice della IV edizione del Premio Città di Roma, è doveroso. Simona Quadarella è un vanto del nuoto azzurro ed è una ragazza d’oro, non solo nello sport ma anche nella vita. Essere Campioni significa allenare con abnegazione il proprio talento in modo da alzare sempre l’asticella. Essere Campioni vuol dire anche comportarsi come tali. E Simona è un Campionessa di stile libero e di stile, perché non è mai superficiale e banale e poi perché le sue parole, i suoi occhi, i suoi gesti e le sue gesta sono pieni di emozioni, emozioni che raccontano tutti i sacrifici fatti per arrivare sul gradino più alto del podio.