Lo società civile si può costruire anche con lo sport. Trasmettere dei valori positivi attraverso l’attività fisica, così come formare le future generazioni con la disciplina o insegnare il rispetto delle regole, significa contrastare l’illegalità e la criminalità. In una zona come quella di Scampia, dove le Istituzioni sembrano non svolgere appieno il loro lavoro e dove la realtà si mescola spesso con la fiction, questa missione assume un valore ancora più grande.
Lo Star Judo Club non è solo una palestra dove il Maestro Gianni Maddaloni inculca l’arte del judo, ma è anche una una culla, un rifugio, una scuola, un’isola felice, un’enclave e rappresenta persino una seconda possibilità. Lì, in Viale della Resistenza, ‘O Maé è un padre che insegna ai suoi allievi a stare al mondo, è una figura forte che grazie ai suoi metodi e alle sue parole riesce a raddrizzare coloro che hanno preso una strada sbagliata. Ha formato il suo Clan positivo senza scendere a compromessi con nessuno. Chi fa parte dello Star Judo Club deve osservare i dieci comandamenti che il Maestro Maddaloni e il suo staff hanno coniato.
La missione, l’impegno ed il lavoro compiuto da ‘O Maé per il quartiere e per la comunità erano stati riconosciuti dalle precedenti amministrazioni comunali di Napoli. La Sindaca Rosa Russo Iervolino, come riportato anche da un articolo del Corriere della Sera, gli aveva teso una mano consentendogli di utilizzare gratuitamente lo stabile, che è di proprietà del Comune. Ora, invece, Palazzo San Giacomo chiede un canone di affitto a dir poco salato. Piano piano sta asfissiando le casse della palestra di Viale della Resistenza. Nella visione della vita di Maddaloni lo sport assume un valore sociale. Per questo motivo solo il 25% degli iscritti paga la quota mensile di 20 euro. Per tutti gli altri, ovvero il 75% delle persone, frequentare lo Star Judo Club o partecipare alle sedute di allenamento è completamente gratuito. Il Clan non si prende cura soltanto dei figli dei detenuti, dei ragazzi disabili, degli sportivi in gravi difficoltà economiche, ma anche dei loro genitori e delle loro famiglie. E’ una comunità che si aiuta e che aiuta, che sta dalla parte dei più deboli e che difende i diritti delle persone.
Ecco, se c’è un diritto che deve essere garantito a questa stupenda realtà che professa lo sport sociale è continuare a fare sport. Il percorso intrapreso dal Maestro Maddaloni non si può interrompere per volontà delle Istituzioni. Sarebbe una beffa. Da più parti, sportive, pubbliche e private, si auspica quantomeno l’apertura di un dialogo costruttivo tra il Comune partenopeo e lo Star Judo Club. Se la Giunta non dovesse fare retromarcia, il rischio di chiudere le serrande per sempre sarebbe concreto. 600 persone dovrebbero rinunciare a praticare il judo. Le conseguenze agonistiche e sociali sarebbero gravi non solo per Napoli, ma anche per tutto il Paese. Non si può rimanere indifferenti. Aiutiamo il Maestro Maddaloni firmando la petizione su change.org, seguendo le iniziative che verranno raccontate sulla pagina Facebook “Lo Star Judo Club non deve chiudere” o inviando un contributo tramite IBAN che è presente nella home page del sito starjudo.com.