Sports Community, scopri le COP: il ruolo della tecnologia nella promozione di stili di vita sani

Sports Community, il progetto di OPES realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e la collaborazione tecnica della SAA – School of Management di Torino, è giunto alle battute finali. Ogni settimana, fino al 18 settembre (primo della due giorni dedicata all’evento di restituzione torinese – clicca qui per saperne di più), vi racconteremo nel dettaglio le COP – Comunità di Pratica, vale a dire gli incontri che hanno caratterizzato e qualificato il progetto. 

Cinque incontri per ogni singola materia, durante ognuno dei quali i partecipanti hanno potuto studiare e analizzare i fabbisogni (definiti dai survey sottoposti in fase preliminare) e dunque poi procedere con la costruzione di idee applicabili nei diversi ambiti di interesse delle COP.

Ricordiamo che l’iniziativa si è posta sin dall’inizio l’obiettivo di realizzare partnership e alleanze per lo sport e le città, di ricercare soluzioni utili al benessere dei cittadini e alle politiche sociali, tutto questo passando per la pratica sportiva.

Spazi fisici e virtuali dedicati all’innovazione e a favorire l’ideazione di acceleratori pubblici dedicati allo sport

La COP coordinata da Massimiliano Lucchesi, docente della LUMSA, si è dunque dedicata dapprima all’analisi di contesto, rilevando quanto sia necessaria, globalmente, una maggiore consapevolezza del ruolo che la tecnologia ricopre nella promozione di stili di vita più sani e sportivi. L’idea di base è che la tecnologia sia nemica dell’attività fisica perché erroneamente connotata come promotrice di sedentarietà. In realtà, come spiega il gruppo di lavoro della Comunità di Pratica in questione, le numerose realtà e le start up che operano nel settore possono rappresentare un plus incredibile

Il team, in tal senso, affida una funzione estremamente rilevante anche alla comunicazione: i media dovrebbero fornire maggiori informazioni ai cittadini. Si fa riferimento a una comunicazione che però non dovrebbe risultare troppo tecnica e poco fruibile. 

Ne hanno discusso e sono arrivati a definire un interessante output: Giuseppe Antonucci, Presidente dell’Associazione Sportdipiù, Katia Arrighi, giornalista e consigliere CIP, Fabio Borio, Presidente di Federalberghi, Luigi Bragadin, Seere srl, Giulio Cespites, Amministratore Bitjam srl, Stefano D’Albora, AD CONI NET, Luciano Gemello, Presidente CRPB, Federico Giarrizzo, collaboratore Sport Innovation Hub APS, Marco Lollobrigida, Vicedirettore di Rai Sport, Marta Serrano, Presidente di Sport Innovation Hub APS. 

I primi incontri, di cui il primo tenutosi lo scorso 29 febbraio, sono stati utili all’analisi dei dati e del contesto e all’elaborazione primaria di papabili proposte da mettere in atto per favorire l’inclusione della tecnologia nel mondo sportivo.

Prof. Massimiliano Lucchesi, referente per la COP 5, quella dedicata alla tecnologia
Prof. Massimiliano Lucchese, referente COP 5

Il target

In seconda battuta è stato individuato un target di riferimento che riguarda le amministrazioni locali sia a livello regionale sia comunale. Queste realtà possono avvalersi della possibilità di implementare all’interno di alcune progettualità le soluzioni che tale gruppo di lavoro intende proporre. Come per le altre COP, anche in questo caso vengono riportati degli esempi; su tutti quello del quartiere Corviale di Roma dove con le risorse PNRR sono stati aperti spazi dedicati all’orientamento al lavoro.

Quanto invece al target indiretto dell’output definito da questa particolare COP, da una parte sono state selezionate le imprese che sviluppano soluzioni dedicate allo sport e dall’altro la cittadinanza con un approccio intergenerazionale. 

Sono poi stati identificati anche dei possibili partner operativi: incubatori attivi presso le università, CONI NET, Camere di Commercio, Fondazioni, Enti di promozione, Federazioni a livello locale, Imprese che possono offrire soluzioni ai propri dipendenti oppure finanziare progetti in logica CSR/ESG.

La collaborazione potrebbe tradursi nella firma di un protocollo di intesa tra le parti che andrebbe a unire i partner quindi in un polo. 

Il progetto pilota

Sul progetto vero e proprio, vale a dire l’output, il gruppo parla di un hub territoriale che possa imporsi come punto di riferimento affinché si sviluppino l’ecosistema sport-tech e allo stesso tempo i cittadini si avvicinino alla tecnologia a supporto della pratica sportiva e dei corretti stili di vita.

Sono diversi, dunque, i filoni tematici definiti: 

  • Innovazione sociale, economica e tecnologica;
  • Tecnologia dello sport e sicurezza per presentare nuove soluzioni, prodotti e metodologie (es. sostenibilità, nuovi materiali, ecc.);
  • Nutrizione e benessere per promuovere i corretti stili di vita e fare prevenzione;
  • Gestione dello stress e del benessere mentale;
  • Innovazione e imprenditorialità nello sport;
  • Sport e inclusione sociale per coinvolgere diverse fasce d’età e persone con diverse abilità.

Quindi l’hub dovrebbe rappresentare un luogo dove sperimentare e mettere alla prova le possibili innovazioni tecnologiche relative allo sport. Come si anticipava, un ruolo strategico è ricoperto dalla comunicazione; al fine di diffondere il messaggio il più possibile, dovrebbero essere realizzate pagine social e sito web ad hoc. 

Sport-Tech Hub è il nome del modello pilota ideato dalla COP 5 e si impone di essere replicabile, adattabile e personalizzabile rispetto a un determinato territorio, che vada di pari passo con gli obiettivi 3, 9, 11 e 17 dell’Agenda ONU 2030 e, infine, in grado di valorizzare il ruolo positivo dell’utilizzo della tecnologia per la messa in atto dei corretti stili di vita.  

In breve, lo scopo è creare un hub fisico sul territorio che abbia la funzione di luogo di incontro e connessione tra i diversi stakeholder dell’ecosistema sportivo (es federazioni, start-up, ecc.) e ospitare attività collegate al progetto. Altresì, andrebbero realizzati eventi itineranti in logica Roadshow presso diverse location del territorio come scuole, parchi, aziende, federazioni, e centri sportivi. E ancora: l’idea di progetto è quella di mettere in atto anche azioni virtuali e webinar volti a presentare le innovazioni tecnologiche in ambito sportivo, cosa che dovrebbe anche generare una community. Infine, si potrebbero erogare percorsi formativi su innovazione, tecnologia e sport.

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