“Ritengo altresì questa amministrazione non sia assolutamente nella condizione di sostenere adeguatamente il CONI in questa candidatura, divenuta ancor più difficile dopo l’annuncio di Parigi”, continua Perissa che auspica, quindi, “che la discussione che si terrà oggi in Campidoglio vada nella direzione della
discontinuità rispetto ad un passato di scelte torbide e prive di buon senso che sino ad oggi hanno consegnato allo sport romano l’incompiuto di Calatrava, l’incertezza del Flaminio, le ruberie dei punti verde qualità e molti, molti altri esempi negativi”.E’ necessario, pertanto, che il Comune di Roma “vincoli la candidatura della Capitale alla XXXIII Olimpiade ad alcuni punti cardine:
mai più cattedrali nel deserto, ma un
intervento di programmazione dell’impiantistica ispirato ai criteri dell’efficientamento dei costi e della fruibilità quotidiana, con un
recupero delle opere e una
valorizzazione del patrimonio impiantistico sportivo già esistente nella Capitale al fine di abbattere e contenere i costi per non gravare ulteriormente su un bilancio già debilitato”.
Il recupero, però, “dovrà tenere conto anche e soprattutto dello sport di base e dello sport di periferia, perché vorrebbe dire offrire la speranza di un profondo cambiamento a tutti quegli uomini e donne che ogni giorno rendono lo sport italiano un organismo vivente fatto di passione e competenze straordinarie”, conclude Perissa.