La legge di Stato 238/2021 liberalizza l’impiego del calibro 9×19 Parabellum in armi corte ed è entrata in vigore il 1° febbraio 2022. Da quella data il Banco Nazionale di Prova sta procedendo con la classificazione delle armi corte in 9×19 Parabellum.
Si fa riferimento ad armi corte con questo calibro, in quanto il precedente decreto legislativo del 26 ottobre 2010 n. 204 aveva stabilito che le armi corte in calibro 9×19 Parabellum sono armi comuni, non da guerra, ma comunque la vendita e l’utilizzo erano vietate ai privati cittadini. Di conseguenza, i civili potevano acquistare e detenere un’arma lunga in calibro 9×19 Parabellum, ma non un’arma corta dello stesso calibro. Dal 1° febbraio è invece possibile acquistare armi corte e/o lunghe, con rispettive munizioni, in calibro 9×19 Parabellum.
Facciamo un passo indietro. Il Senatore Giovanbattista Fazzolari di Fratelli d’Italia, nel maggio del 2021, ha presentato l’Emendamento per l’abolizione del divieto di utilizzare armi 9×19 Para in Italia. All’epoca, il Senatore sosteneva che la legalizzazione di questo calibro avrebbe portato vantaggi al settore armiero e alle competizioni sportive. Oggi che siamo di fronte a una legge fatta e finita, è infatti possibile promuovere e organizzare gare di tiro internazionali, alle quali i partecipanti stranieri che giungono in Italia per la competizione possono portare con sé la propria attrezzatura.
A mio avviso, era doveroso scrivere un articolo sul calibro 9×19 Parabellum, considerando anche la storia che caratterizza questa particolare arma.
Nel 1902 Georg Luger realizzò la cartuccia sulla base della 7,65 Luger – sempre di sua ideazione per la casa tedesca DWM (Deutsche Waffen und Munitionsfabriken). Nel 1903, presso l’arsenale di Springfield, furono poi consegnate all’esercito degli Stati Uniti tre prototipi di pistole in 9×19 Luger per effettuare dei test a fronte di un’eventuale adozione delle stesse da parte dell’esercito. Il termine Parabellum deriva da un motto latino “si vis pace para bellum” ossia “se vuoi la pace prepara la guerra.” Parabellum Straße, inoltre, era l’indirizzo della fabbrica costruttrice; questo fu il motivo, almeno così risulta dalla documentazione acquisita, per cui l’azienda DWM decise di attribuire tale nome alle armi e alle munizioni che produceva. Il termine Parabellum appare per la prima volta su alcuni manuali della DWM a partire dal 1901. A conferma di ciò, la Svizzera dal 04 maggio del 1900 adottò la famosa pistola Luger in calibro 9×19 come “Selbstladepistole System Borchardt-Luger” denominandola “Pistole Ordonnanz 1900,” senza l’identificazione “Parabellum.”
Nel 1904, per la prima volta, la DWM riportò sul suo catalogo la 7.65 mm e la 9 mm come Parabellum.
Negli anni a seguire ci fu una enorme diffusione in tutto il mondo di armi e munizioni in calibro 9 Parabellum. Le munizioni, successivamente standardizzate a norme Nato, oltre ad essere adottate da tutti i Paesi del Patto Atlantico, divennero le più diffuse al mondo per arma corta. Luger creò questa cartuccia semplicemente modificando il bossolo del 7,65 mm Luger. Il bossolo in questione era a forma di bottiglia, Luger lo tagliò trasformandolo in un bossolo cilindrico, aumentando il diametro della palla e lo spazio interno per la polvere da sparo ottenendo così una cartuccia più potente.
Questa fu adottata da molte nazioni dopo il primo conflitto mondiale, ma vide maggiore diffusione verso la fine della seconda guerra mondiale. In Germania durante quel periodo, per risparmiare piombo, l’anima di queste cartucce fu rivestita in ferro. Per l’identificazione delle cartucce “modificate” si utilizzò la tinta nera; inoltre erano anche conosciute con la sigla 08mE (mit Eisenkern), animadi ferro. Nel tempo, furono apportate altre modifiche: invece del ferro venne usata limatura di ferro pressata per ottenere un materiale più resistente (sintereisen); vennero identificate con la colorazione grigia e denominate 08SE. Altra importante modifica dovuta alle esigenze della guerra, fatte non soltanto dai tedeschi, ma anche da molte altre nazioni, è stata quella di far sì che questa cartuccia diventasse subsonica al fine di essere utilizzata con il silenziatore, diminuendo la carica di lancio e utilizzando una palla FMJ da 150 grani.
Quelle tedesche si identificavano con una X nella punzonatura, o con un rivestimento di acciaio verde laccato.
Dopo la seconda guerra mondiale questa cartuccia veniva maggiormente utilizzata con una palla da 124 grani, ossia 8 grammi, per migliorare la sua precisione. Nel corso degli anni, fino ad arrivare ai giorni nostri, è diventata la cartuccia più utilizzata degli eserciti di tutto il mondo, oltre ad essere il calibro standard per le pistole della NATO. La 9×19 utilizzata viene chiamata anche 9 Luger, 9 Lungo, 9 Parabellum, 9 mm NATO, 9×19 NATO, 9 mm Para.
Quanto alle caratteristiche tecniche della cartuccia 9×19 mm/Luger: il bossolo è generalmente in ottone, sono però state utilizzate anche altre leghe ancora in uso come l’alluminio e l’acciaio. La sua forma è leggermente conica (rastremato), il fondello è del tipo Rimless, dunque senza collarino. La lunghezza nominale del bossolo è di 19 mm, quella effettiva è di 19,15 mm.
L’innesco è a percussione centrale small pistol del tipo Boxer, quindi monofocale. La palla ha un peso variabile, dai 115 ai 130 grani, così come variabile è anche il diametro a seconda del materiale utilizzato da 8,90 a 9,05 mm.
La lunghezza totale della cartuccia va da 28,90 a 29,80 mm, ciò dipende dal tipo di palla che monta. A seconda del tipo di arma e della lunghezza della canna, con una palla da 124 grani FMJ, questa cartuccia raggiunge una velocità di circa 360 m/s. La massima pressione che è di 235,00 Mpa.
Prima di guardare alle differenze che sussistono fra il calibro 9×19 Para e il 9×21 mm è necessario approfondire quest’ultimo. Il calibro 9×21 mm arriva per la prima volta in Italia a Loano (SV) in casa Jager, ma non riuscì da subito ad imporsi a livello commerciale. La Jager, all’epoca, propose questo calibro per uso sportivo, studiando appunto un calibro intermedio tra il 45 ACP troppo pesante e il calibro 9 Largo spagnolo (9×23 mm Steyer).
Successivamente, l’industria Israeliana I.M.I. (Israel Military Industries) ripropose questo calibro per utilizzarlo sulle pistole mitragliatrici UZI demilitarizzate per utilizzarle a fini sportivi.
Così, dagli inizi degli anni ‘80, Fiocchi e Geco, rispettivamente aziende italiana e israeliana, iniziarono la produzione di munizioni in calibro 9×21 mm e finalmente questo calibro ebbe il meritato successo anche a livello commerciale, in quanto aveva, come vedremo di seguito, le stesse caratteristiche del calibro 9×19 Parabellum.
Il calibro 9×21 mm venne imposto in Italia per l’utilizzo da parte di civili, al posto del calibro 9×19 Parabellum, considerato erroneamente calibro da guerra. Questo è il vero motivo di tale divieto, decaduto nel 2022. È importante ora sottolineare la differenza che c’è fra il 9×19 mm/Luger e il 9×21 mm. Le due munizioni si differenziano per la lunghezza del bossolo, che è maggiore di 2mm nella 9×21, ma hanno la stessa lunghezza totale (OAL). La camera di polvere (boiling room) è la medesima, per cui presentano uguali caratteristiche a livello balistico. La tabella CIP (Commission Internationale Permanente) stabilisce identici limiti pressori, malgrado in commercio è possibile trovare sia cartucce in 9×19 mm che in 9×21 mm più potenti. Entrambe sono caricate rispettando i limiti massimi imposti dal CIP. Chi utilizza cartucce in calibro 9×21 mm ed effettua la ricarica da solo, può aumentare il quantitativo di polvere da sparo sfruttando 2 mm in più, accrescendo però la OAL (overall length) della cartuccia. Ovviamente in questa maniera si ottiene una munizione più potente rispetto a quelle che si trovano in commercio dello stesso calibro, ma fuori dai limiti di sicurezza riportati dal CIP (Commission Internationale Permanente).
Questa cartuccia si distingue per molte qualità, e questo è il motivo per cui è utilizzata in tutto il mondo. Tra i punti a suo favore: le piccole dimensioni e una produzione economica. La sua traiettoria è piatta combinata con poco rinculo, con un discreto potere d’arresto (stopping power), ma ha anche la pecca di avere una scarsa cavitazione permanente, (lo spazio lasciato dal tessuto che viene distrutto da un proiettile che lo trapassa) e quella di trapassare il bersaglio (sovra penetrazione). Tale criticità si potrebbe ovviare usando delle ogive ad espansione.
In conclusione, a mio modesto parere, era giunto il momento che qualcuno si impegnasse per liberalizzare l’utilizzo di questo calibro. È pur vero che il calibro 9×21 mm non dimostra nessuna differenza sostanziale rispetto al 9×19, risultando un calibro eccellente. Magari, in un futuro, il 9×21 mm verrà sostituito completamente dal 9×19 Parabellum, dato che il 9×21 mm ad oggi ha un utilizzo quasi esclusivo; mentre con l’inserimento del 9×19 la produzione si dividerà e la maggiore richiesta di quest’ultimo potrebbe far diventare obsoleto il 9×21 mm.
In tal caso, si dovrà sostituire la canna delle pistole. Cosa a cui si dovrebbe già iniziare a pensare.