Non si è fatta attendere la dichiarazione di ENGSO in merito alle violenze perpetuate in Ucraina. Il presidente Stefan Bergh, il segretario generale Sara Massini e tutto il Comitato Esecutivo hanno pubblicato sui loro canali istituzionali ed inviato ai componenti un documento di 9 punti, nel quale si condannano le violenze e le violazioni e si chiede a gran voce il ripristino della pace.
Come Organizzazione Non Governativa Sportiva Europea che rappresenta la società civile, ENGSO, facendo leva sullo sport e sulla sua capacità di trasferire e promuovere valori, persegue dei nobili obiettivi. Ogni giorno, grazie ai suoi progetti e alle sue iniziative, contrasta le disuguaglianze, le discriminazioni, la violenza, gli abusi e l’odio, con l’intento di costruire ed affermare una società più democratica, aperta ed inclusiva. Dal 24 febbraio, giorno in cui è iniziata questa escalation di eventi bellici, violenza, terrore e morte nel cuore dell’Europa, il presidente Stefan Bergh ed il Segretario generale Sara Massini hanno seguito con attenzione e trepidazione l’evolversi di quella che è a tutti gli effetti una catastrofe.
ENGSO, si legge tra i vari punti dello statement, è solidale con l’Ucraina, con il suo popolo e con il movimento sportivo nazionale. Condanna fortemente la violazione dell’integrità territoriale, le continue violenze e gli attacchi ai civili. Inoltre, sostiene pienamente le decisioni e le raccomandazione del Comitato Internazionale Olimpico e delle Federazioni Sportive Internazionali contro gli atleti e i funzionari russi e bielorussi. Il Comitato Esecutivo di ENGSO ha deciso di sospendere il Comitato Olimpico Russo dalla lista dei membri fino a nuovo ordine. Nel sesto punto della dichiarazione, l’Organizzazione Non Governativa Sportiva Europea elogia quei coraggiosi atleti russi, cittadini, attivisti, ricercatori, giornalisti o imprese per aver espresso pubblicamente la loro opinione di condanna alla guerra. Il loro esempio, si sottolinea, è fondamentale affinché altre voci trovino il coraggio di unirsi. Infine, il Comitato Esecutivo guidato da Stefan Bergh chiede ai suoi membri e a tutte le autorità pubbliche competenti di fare tutto il possibile per poter garantire ai rifugiati ucraini l’accesso alla società civile e allo sport di base. Altresì, si invitano i partner ad assicurarsi che a quei bambini russi e bielorussi innocenti, che vivono all’estero e che si trovano a vivere una situazione difficile per colpa di un’azione militare aggressiva della loro Nazione nei confronti del popolo ucraino, possa essere concessa la possibilità di prendere parte alle attività sportive di base.