A Odoacre Chierico e Dario Piantadosi il Premio Scirea

Campione del Mondo con l’Italia di Bearzot nel 1982. Primo giocatore ad aver alzato tutti i maggiori trofei UEFA per club. Capitano e leggenda della Juventus con la quale nel corso della sua carriera riuscì a mettere in bacheca 7 scudetti, 2 Coppa Italia, 1 Coppa UEFA (ora Europa League), 1 Coppa Campioni (nell’era del marketing la massima manifestazione calcistica per squadre di club ha aggiornato il suo nome diventando la ricca e magnifica Champions League), 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa ed 1 Coppa Intercontinentale. Basterebbero questi “tituli” per descrivere un’icona del calcio nazionale come Gaetano Scirea, un magnifico libero che ha segnato un’epoca. Un modello all’interno del rettangolo di gioco ed anche al di fuori. Il suo stile era unico ed inconfondibile. Persona integra, leale, pacata, gentile e con valori importanti, Scirea non aveva bisogna di alzare la voce per farsi ascoltare. A lui era sufficiente parlare con gli occhi, con lo sguardo. Per comprendere meglio il personaggio, l’uomo e l’indimenticato calciatore basterebbe citare un aneddoto: per lui, l’impresa più importante della sua vita non era collegata al gioco del calcio, bensì ad un diploma di maestro ottenuto con tanto sudore, sacrifici, fatica ed orgoglio.

 

Nel 2017, per ricordare l’immenso fuoriclasse nato a Cernusco sul Naviglio il 25 maggio 1953 e deceduto il 3 settembre 1989 a Babsk, in Polonia, a causa di un tremendo incidente stradale, la Giunta nazionale di OPES ha istituito un Premio intitolato alla memoria di Scirea da assegnare ad Associazioni, movimenti o atleti che si sono contraddistinti per meriti sportivi ed umani, tanto nel calcio quanto nel futsal o nel freestyle. In occasione della IV edizione di Roma Sport Experience, il Premio Scirea verrà conferito ad Odoacre Chierico e Dario Piantadosi.

 

Ala funambolica, Odoacre Chierico esordisce con la maglia dell’Inter in Serie A il 26 febbraio 1978 nel match di campionato che vedeva i nerazzurri impegnati allo Stadio Olimpico contro la Lazio. Dopo due stagioni ed una Coppa Italia vinta con i nerazzurri allenati da Eugenio Bersellini, passa al Pisa del Patron Romeo Anconetani. Nel 1981 ritorna nella sua natia Roma per vestire la maglia giallorossa e mettersi a disposizione del Barone Nils Liedholm. Con l’AS Roma vince lo scudetto nella stagione 1982/1983, per poi alzare nel 1983/1984 la Coppa Italia ed arrivare a pochi metri, 11, dalla conquista della Coppa dei Campioni. In quei primi anni ’80 del secolo scorso sono memorabili le sfide con la Juventus e gli incroci con Gaetano Scirea. Salutata la Roma, Chierico veste le maglie bianconere di Udinese, Cesena ed Ascoli e chiude la sua carriera di calciatore a 11 nel 1992 con il Gubbio, dopo aver difeso per una stagione anche i colori del Barletta. Per Chierico, prima di iniziare la carriera di allenatore, c’è anche una parentesi agonistica nel calcio a 5.

 

Se Chierico è stato un esterno funambolico capace di seminare avversari, Dario Piantadosi è un asso dell’espressione più artistica ed estetica del calcio. Il classe 1991, infatti, è un football freestyler professionista, un artista che si destreggia con il pallone in tricks sofisticati e numeri coreografici. La sua tecnica sublime, il suo tocco raffinato e la sua capacità di gestire e controllare la sfera lo hanno portato a sfidare i più grandi interpreti del calcio freestyle del Pianeta e ad esibirsi come performer o artista, in occasione dei più importanti tornei calcistici per club e per Nazioni ma anche per eventi sociali o a carattere commerciale. La passione di Dario Piantadosi per questa disciplina poetica e a tratti onirica ben presto si è trasformata in una missione. 7 anni fa, infatti, ha avviato la sua Scuola Calcio Freestyle, mettendo a disposizione di ragazzi e ragazze la sua esperienza ed il suo background. Oggi, oltre a portare avanti l’attività di tecnico e di performer, artista e testimonial, è impegnato in diversi progetti sociali. Il mezzo che utilizza per trasmettere messaggi positivi e pieni di gioia come la sua disciplina ha una forma sferica, quella di una palla.

 

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