200.000 a Roma, 150.000 a Milano, 50.000 a Torino e a Napoli, 20.000 a Firenze e a Bologna, 10.000 a Palermo e a Bari, ma anche soltanto uno in una città in provincia di Foggia. Sono state oltre un milione le persone che sono scese nelle piazze italiane nell’ultimo giorno della Week for Future per far sentire la propria voce nella giornata di sciopero per il clima. I protagonisti del Global Strike For Future sono stati gli studenti, la generazione del futuro che, accompagnata da professori e genitori, ha chiesto ai governanti di tutto il mondo di non negare la verità, di fornire delle risposte precise e di agire in fretta per il bene della Terra ed in difesa dell’ambiente, perché un Piano B o un Pianeta B non c’è, non esiste.
Seguendo le orme di Greta Thunberg, di colei che ha generato i Fridays For Future, che ha ispirato la sua generazione, che ha messo in difficoltà i Paesi più potenti del globo e che è diventata un idolo per chi ha a cuore il Pianeta, i teenager italiani hanno sfilato con l’obiettivo di lasciare un segno nell’opinione pubblica. Con ogni probabilità, quel venerdì, quel 27 settembre 2019 sarà ricordato come l’inizio di una nuova era e come una giornata storica, nella quale i giovani hanno difeso il loro habitat naturale. I loro slogan, principalmente in inglese, l’idioma della scienza e la lingua utilizzata dalla sedicenne di Stoccolma per comunicare, sono lo specchio dell’anima della “generazione Z”, spesso descritta come apparentemente instabile ed insicura, ma che si mostra decisa quando c’è da prendere posizione per il bene comune, il bene della collettività. E non è neppure un caso se hanno scelto come inno una canzone del 1975 come “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano, che li unisce ai loro genitori e che, al tempo stesso, per loro rimane una speranza.
Tra gli studenti che hanno riempito le piazze di Roma, Torino e delle altre città italiane c’erano anche i ragazzi tra i 14 e i 19 anni che sono entrati in contatto con il Progetto Generatori. L’iniziativa di OPES, che è finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, entrando negli istituti di secondo grado e nei centri sportivi, ha potuto notare come il tema della salvaguardia dell’ambiente stia a cuore ai giovani italiani. Questi ragazzi, abituati a guardare la realtà attraverso i filtri di un social network o di uno smartphone, quando sono chiamati in causa sanno sprigionare tutta la loro energia. È in questi momenti o in simili occasioni che tirano fuori il meglio di loro stessi, diventano cittadini attivi e consapevoli e non si fermano dinanzi a nulla, raggiungendo di fatto gli obiettivi che si sono prefissi. Lo hanno dimostrato venerdì in una manifestazione mondiale che li ha visti accanto ai loro colleghi di ogni angolo del mondo, ma lo hanno palesato anche domenica 22 settembre, quando a Santa Marinella gli studenti romani hanno accompagnato il responsabile del settore subacqueo di OPES, Vincenzo Polimeni, nella pulizia del litorale laziale.
Il progetto Generatori, attualmente, è entrato nella fase di formazione di coloro che dovranno dare vita ad iniziative e ad associazioni di volontariato operanti sul territorio per il bene di una comunità. Visto e considerato l’amore e la sensibilità per la Terra ed il modo con cui i teenager affrontano l’argomento legato al clima o al surriscaldamento, si può facilmente immaginare come molte delle future associazioni che verranno costituite si occuperanno del green e del rispetto dell’ambiente.
Quanto accaduto venerdì 27 settembre e quanto succederà alla fine dell’iniziativa di OPES sarà una lezione impartita all’umanità e ai governi mondiali. Una pagina decisiva per il bene di tutti noi, che non lascia tutto com’è ma lo trasforma, lo cambia e lo plasma, secondo le proprie inclinazioni o idee.